Abitanti
L'Area del Distretto Diffuso del Commercio "Terre d'Irpinia" si estende nella parte centro-orientale della Campania, presenta una morfologia prevalentemente montuosa, con una minima percentuale di territorio collinare; la sua economia, fino a pochi decenni fa eminentemente agricola, è oggi caratterizzata anche da una significativa attività artigianale, industriali e del terziario.
La superficie complessiva dell'Area del DDC Terre d'Irpinia è pari a 545,99 Kmq.
SANT’ANGELO DEI LOMBARDI
Data la sua vicinanza con le antiche città di Compsa (Conza della Campania) e di Aeclanum (Mirabella Eclano) e in seguito al recupero di svariati reperti archeologici ed epigrafi, il territorio di Sant' Angelo dei Lombardi si può ritenere abitato già in epoca classica.
Nel Medioevo, si sviluppò un nucleo abitativo intorno al castello, sorto per finalità difensive lungo la linea di confine del Gastaldato di Conza. Con la conquista di Salerno da parte di Roberto il Guiscardo, avvenuta nel 1076, Sant'Angelo divenne sede diocesana. Successivamente, durante il regno di Giovanna Il d'Angiò, il feudo passò nelle mani della famiglia Caracciolo.
Nella seconda metà dell'Ottocento, la popolazione locale partecipò attivamente ai moti risorgimentali che portarono all'Unità d'Italia. Compiuto il processo di unificazione, la provincia di Avellino fu suddivisa in tre circondari e Sant'Angelo acquisì lo status di capoluogo dell'omonimo circondario, in vita dal 1861 al 1926.
Il comune di Sant'Angelo dei Lombardi sorge nell'area dell'Alta Irpinia. È un paese di 4.110 abitanti, situato a 870 metri sul livello del mare. Il territorio si estende per 55,11 km2 e i comuni confinanti sono: Guardia Lombardi, Lioni, Morra De Sanctis, Nusco, Rocca San Felice, Torella dei Lombardi e Villamaina. È bagnato dal fiume Ofanto.
L'etimologia del nome proviene dal culto verso l'Arcangelo Michele e il termine "Lombardi" deriva dai longobardi che lo fondarono. Gli abitanti sono detti santangiolesi e San Michele Arcangelo è il loro patrono.
LUOGHI DI INTERESSE
Abbazia del Goleto - Tra i luoghi più belli dell'Irpinia, è un'abbazia di bellezza e prestigio riconosciuto dal 1133. •
Cattedrale di Sant'Antonino Martire - Di origini normanne, ha avuto ristrutturazione nel XVI secolo.
• Castello degli Imperiale - Di origine longobarda, sorge sul colle più alto e custodisce reperti archeologici bizantini all'interno del museo.
• Casa Loreto - Elegante villa urbana ristrutturata di recente, ubicata nel cuore del centro storico.
• Altro - Parco Comunale, Sorgente Schinicosa, Giardini pubblici.
EVENTI
• Sagra delle Sagre - Evento enogastronomico che promuove l'artigianato e le tradizioni culturali locali.
• Cammino di San Guglielmo - Cammino spirituale verso l'Abbazia del Goleto, in programma ogni anno nel mese di giugno.
• Festa di San Michele - Celebrazioni religiose in onore del Santo Patrono, in programma nel mese di settembre.
• Festa di Sant'Antonino - Tradizione di culto con preghiere e Santa Messa.
PIATTI E PRODOTTI TIPICI
• Menestra maretata - Minestra di cicoria e varie parti di derivazione suina.
• Baccalà alla pertecaregna - Filetti di baccalà bolliti, conditi e contornati da peperoni cruschi.
• Ricotta di Carmasciano PAT - Bianca, di consistenza soffice e cremosa, ottenuta dal siero residuo della lavorazione dell'omonimo pecorino, molto pregiato.
• Caciocavallo Silano DOP - Formaggio semiduro, a pasta filata, prodotto con latte di diverse vacche, tra cui la podolica.
• Caciocavallo irpino di grotta PAT - Formaggio a pasta filata, prodotto con latte proveniente da allevamenti di piccole e medie dimensioni, da bovine in prevalenza di razza bruna, stagionato tradizionalmente in grotta.
MONTELLA
Il ritrovamento di reperti dell'età del bronzo fa pensare che l'area di Montella fosse già abitata nel III millennio a.C. Quel che è certo, invece, è che, intorno al 500 a.C. circa, alcune tribù sannitiche irpine si insediarono nella zona compresa tra i fiumi Calore e Lacinolo.
Municipio in epoca romana e sede di un importante gastaldato sotto la dominazione longobarda, Montella fu amministrata dai conti Cavaniglia, venuti nel Regno di Napoli dalla Spagna al seguito di Alfonso V d'Aragona. Fu in questo periodo che l'area attorno al Castello del Monte iniziò a spopolarsi, fino al definitivo abbandono del fortilizio agli inizi del XVI secolo.
Nei secoli successivi, si avvicendarono alla guida di Montella diverse famiglie: gli ultimi signori, prima dell'abolizione della feudalità nel 1806, furono i Doria, Principi di Angri.
Il comune di Montella sorge nell'area del Parco dei Monti Picentini. È un paese di 7.629 abitanti, situato a 634 metri sul livello del mare. Il territorio si estende per 93,87 km2 e i comuni confinanti sono: Acerno, Bagnoli Irpino, Cassano Irpino, Giffoni Valle Piana, Montemarano, Nusco, Serino e Volturara Irpina. È attraversato dal fiume Calore.
L'etimologia del nome sembrerebbe provenire da Monticulus o Montillus, da cui Montilla, Motilla e infine Montella: deriva chiaramente da "monte", nel senso di "colle fortificato". Gli abitanti sono detti montellesi e San Rocco è il loro patrono.
LUOGHI DI INTERESSE
• Complesso Conventuale San Francesco a Folloni - Luogo ricco di storia, la cui tradizione ne vede la fondazione in San Francesco d'Assisi. Oltre alla chiesa, è possibile visitare la Cappella del Crocifisso, il Monumento agli Innamorati, il museo e la biblioteca.
• Santuario del Santissimo Salvatore - Situato a 954 metri di altitudine, è meta di pellegrinaggio da generazioni: al culto si fondono tradizioni e racconti popolari, come bere al pozzo del Miracolo o suonare la grande campana.
• Castello del Monte - Detto anche "Castello de Lo Monte", fu un fortilizio in epoca romana e longobarda, restaurato da pochi anni: gli scavi archeologici condotti all'interno della cinta muraria hanno portato alla luce una necropoli con arredi funerari.
• Complesso Monastico di Santa Maria della Neve - Risalente al XV secolo, in un periodo di guerre e pestilenze, rappresenta una delle testimonianze più importanti sotto l'aspetto religioso, ma anche storico ed etnico.
• Villa Elena-De Marco - Splendido edificio in stile liberty, venne costruito tra la fine dell'ottocento e i primi anni del Novecento su progetto dell'architetto locale Antonio Mosca nello.
• Museo di San Francesco a Folloni - Il Convento di San Francesco ospita un museo che dipende dal Polo Museale della Campania e che gravita intorno all'antico refettorio.
• MUCAM Eco-Museo della Castagna di Montella - Museo multimediale dedicato al prodotto tipico di Montella, la sua Castagna IGP.
• Altopiano di Verteglia - Sulle pendici del Monte Terminio, in un ambiente naturalistico incontaminato, si staglia lo splendido altopiano con aree attrezzate, ristoranti, numerosi percorsi naturalistici, sorgenti e splendidi boschi di castagno, faggeti e latifoglie.
• Parco naturalistico - Il territorio di Montella è ricco di boschi montani, ruscelli, laghetti stagionali, cascate, torrenti e sentieri per il trekking.
• Altre Chiese - Chiesa del Purgatorio, Chiesa dell'istituto Capone, Chiesa di Maria SS. della Libera, Chiesa di Maria SS. Addolorata, Chiesa di Maria SS. del Carmelo, Chiesa Matrice di S. Maria del Piano e S. Benedetto, Chiesa di S. Benedetto, Chiesa di S. Giovanni Battista, Chiesa di S. Michele Arcangelo, Chiesa di S. Nicola, Chiesa di S. Pietro Apostolo, Chiesa di S. Silvestro Papa, Chiesa di
S. Vito, Chiesa di S. Antonio Abate, Chiesa di S. Lucia.
• Palazzi storici - Palazzo Capone, Palazzo Bruni, Palazzo Abiosi, Palazzo Pascale, Villa Trevisano, Palazzo Gambone, Palazzo Coscia, Casina Bruti.
EVENTI
• Sagra della Castagna di Montella IGP - Sagra di rilevanza nazionale che ospita ogni anno diversi artisti e propone un percorso enogastronomico tra le eccellenze del territorio che ruota attorno alla Castagna di Montella IGP.
• Kaso Fest - Evento enogastronomico legato ai prodotti caseari e al caciocavallo da latte di podolica.
• Verteglia Mater - Manifestazione che si svolge in estate, sull'altopiano di Verteglia, con tanti appuntamenti che si snodano tra enogastronomia, valorizzazione del territorio e tanta musica.
Francesco d'incanto - Evento che coniuga spiritualità, arte, musica e gastronomia nella suggestiva cornice del Convento di San Francesco a Folloni.
PIATTI E PRODOTTI TIPICI
• Castagna di Montella IGP - Prodotto dal seme a polpa bianca, croccante e di gradevole sapore dolce, possiede elevate caratteristiche di serbevolezza, sapidità e fragranza ed è considerata tra le migliori castagne prodotte in Italia.
• Ricotta manteca di Montella PAT - Di forma cilindrica e colore paglierino, presenta una consistenza morbida, delicata e burrosa: un alimento molto valido per caratteristiche organolettiche.
• Scamorza di Montella PAT - Di forma cilindrica, si distingue per la testa che somiglia a un "bebé": presenta un sapore dolce e un odore deciso di latte e burro fresco.
• Treccia di Montella PAT - Formaggio a pasta filata fresco, di forma caratteristica di tre cordoni intrecciati a mano e che può essere anche affumicata.
• Torrone di Castagna PAT - Detto anche "pantorrone" o "spantorrone" di castagne, è una specialità che da oltre 30 anni si produce nelle aree rinomate per la coltivazione di castagne.
• Caciocavallo podolico dei Monti Picentini PAT - Gustoso e raro formaggio con stagionatura fino a 6 mesi, a pasta cruda, dura e filata, particolarmente pregiato.
• Ricotta di pecora bagnolese PAT - Prodotto di antica tradizione, proveniente da pecore della razza detta "bagnolese o malvizza", costantemente al pascolo.
• Caciocavallo Impiccato - Particolare tecnica di cottura del caciocavallo podolico, che ha avuto una larga diffusione in tutta l'area, si fa fondere sui carboni ardenti e poi viene spalmato su fetta di pane.
• Caciocavallo Silano DOP - Formaggio semiduro, a pasta filata, prodotto con latte di diverse vacche, tra cui la podolica.
BAGNOLI IRPINO
Bagnoli Irpino sorse prima dell'anno Mille, come centro fortificato a difesa del ducato longobardo di Salerno. Diopoldo di Hohenburg ne fece un centro di rilevanza strategica: il paese divenne una piazza d'armi, cinto da poderose mura e munito di un formidabile castello, situato sul poggio detto Serra, e dominante tutta l'alta Valle del Calore.
Per secoli fu Demanio Regio, finché, al tempo degli Aragonesi, fu dato in feudo, insieme con Mantella e Cassano Irpino, alla famiglia dei Cavaniglia, spagnoli imparentati con gli Orsini.
Eretto a ducato nel 1611, fu tenuto in feudo dalla famiglia Maiorca-Strozzi, fino al 1806, anno di abolizione della feudalità.
Il comune di Bagnoli Irpino sorge nell'area del Parco dei Monti Picentini. È un paese di 3.139 abitanti, situato a 654 metri sul livello del mare. Il territorio si estende per 68,81 km2 e i comuni confinanti sono: Acerno, Calabritto, Caposele, Lioni, Mantella e Nusco. È attraversato dal fiume Calore e conta diverse sorgenti.
L'etimologia del nome sembrerebbe provenire da baniolum, termine latino che sta a indicare l'abbondanza di acque nel suo territorio. Gli abitanti sono detti bagnolesi e San Lorenzo è il loro patrono.
LUOGHI DI INTERESSE
Altopiano del Laceno - Straordinaria area naturalistica, situata nel Parco dei Monti Picentini, caratterizzata da un lago di origine carsica, un comprensorio sciistico (inattivo dal 2017), vari sentieri per il trekking e diverse attività all'aria aperta, nonché molti alberghi e punti di ristoro.
• Collegiata di Santa Maria Assunta - La Chiesa Madre si trova nel cuore del centro storico ed è databile attorno al Xl secolo, anche se ha dovuto superare il suo terribile incendio del 1651: all'interno, sono custoditi interessanti dipinti, uno splendido coro ligneo e un mirabile battistero.
• Giudeca - Si trova alle spalle del Duomo, nel centro storico, ed è il primo insediamento di Bagnoli Irpino, caratterizzato da molti vicoli caratteristici: il nome deriva da coloni di origine ebraica che, per primi, lo abitarono.
• Castello Cavaniglia - È un'imponente e robusta costruzione quadrangolare con impianto normanno, probabilmente risalente al VII-VIII secolo ed edificata con chiare finalità difensive.
• Palazzo Storico e Pinacoteca - Eretto intorno al 1500 per volontà dei Conti Cavaniglia, nasce al fine di impiantare una tintoria per l'industria tessile; oggi, vi sono conservate le opere degli artisti Michele Lenzi e Achille Martelli.
• Palazzo Municipale - Risalente al Seicento e noto con il nome di "Conservatorio di Santa Caterina da Siena", ha ospitato in passato diverse funzioni educative.
• Chiesa di San Domenico - Sovrastata dal maestoso campanile di 30 metri, fu eretta nel 1490.
• Torre Civica e Fontana del Gavitone - Fontana del 1400 circa, costruita al centro del paesino, sormontata due secoli dopo da una torre con orologio e da una straordinaria pianta di carpine di circa 300 anni.
• Altre chiese - Chiesa di S. Giuseppe, Chiesa di S. Lorenzo, Chiesa di S. Margherita.
• Grotte - Grotte del Caliendo, Grotta Santa Nesta.
• Sorgenti - Acqualeggia, Muliniello, Tronola.
EVENTI
• Sagra della Castagna e del Tartufo Nero - Storica iniziativa enogastronomica per promuovere e valorizzare i prodotti locali, a partire dal tartufo nero e dalla castagna: l'evento si svolge tra ottobre e novembre ed è cresciuto negli anni, registrando nuovi record in ogni edizione, fino a raggiungere rilievo nazionale.
• Santa Nesta - Processione che si svolge il lunedì successivo alla Pentecoste, in cui la statua della Madonna Addolorata viene portata in processione a Laceno.
• Festa di San Lorenzo - Festa religiosa dedicata al Santo Patrono, con la processione tradizionale fino alla contrada omonima, dove viene celebrata la funzione religiosa e si assiste allo spettacolo dei fuochi pirotecnici.
• Festa di San Rocco e Vacca di Fuoco - Festeggiamenti di due giorni: prima la processione con la statua del Santo per il paese e poi l'evento della "vacca di fuoco", una rappresentazione in cartapesta dell'animale che viene accesa nella piazza centrale.
PIATTI E PRODOTTI TIPICI
• Tartufo nero di Bagnoli Irpino PAT - Apprezzato per il suo inconfondibile sapore e aroma, è caratterizzato da una scorza di colore nero con sculture poco rilevate, dette verruche, e dalla polpa con venature di colore bianco-grigiastre.
• Castagna di Mantella IGP - Prodotto dal seme a polpa bianca, croccante e di gradevole sapore dolce, possiede elevate caratteristiche di serbevolezza, sapidità e fragranza ed è considerata tra le migliori castagne prodotte in Italia.
• Pecorino bagnolese PAT - Formaggio a pasta grassa e dura, di colore paglierino e di gusto intenso nato dal latte di pecora bagnolese, allevata su pascoli incontaminati.
• Ricotta di pecora bagnolese PAT - Prodotto di antica tradizione, proveniente da pecore della razza detta "bagnolese o malvizza", costantemente al pascolo.
• Nnoglia di maiale PAT - Detta anche "doglia", viene utilizzata principalmente per la preparazione della minestra maritata e, il giorno di Pasqua, per la preparazione della minestra di cicoria selvatica.
• Caciocavallo podalico dei Monti Picentini PAT - Gustoso e raro formaggio con stagionatura fino a 6 mesi, a pasta cruda, dura e filata, particolarmente pregiato.
• Caciocavallo irpino di grotta PAT - Formaggio a pasta filata, prodotto con latte proveniente da allevamenti di piccole e medie dimensioni, da bovine in prevalenza di razza bruna, stagionato tradizionalmente in grotta.
• Fagioli tabacchini PAT - Prendono il nome dal loro colore, marrone chiaro: dal gusto forte e caratteristico e particolarmente indicati per la preparazione di minestre e zuppe.
• Liquore al tartufo nero PAT - Di colore marrone chiaro, ha un sapore molto forte e aromatico e una gradazione di 38-40°.
• Torrone di Castagna PAT - Detto anche "pantorrone" o "spantorrone" di castagne, è una specialità che da oltre 30 anni si produce nelle aree rinomate per la coltivazione di castagne.
• Ricotta manteca di Mantella PAT - Di forma cilindrica e colore paglierino, presenta una consistenza morbida, delicata e burrosa: un alimento molto valido per caratteristiche organolettiche.
• Scamorza di Mantella PAT - Di forma cilindrica, si distingue per la testa che somiglia a un "bebè": presenta un sapore dolce e un odore deciso di latte e burro fresco.
• Treccia di Montella PAT - Formaggio a pasta filata fresco, di forma caratteristica di tre cordoni intrecciati a mano e che può essere anche affumicata.
• Caciocavallo Silano DOP - Formaggio semiduro, a pasta filata, prodotto con latte di diverse vacche, tra cui la podalica.
CALABRITTO
L'alta Valle del Sele è stata profondamente segnata dal passaggio delle diverse stirpi che vi si sono insediate anticamente, tuttavia a Calabritto non c'è una vera e propria zona archeologica e i reperti rinvenuti in località Piedelmonte sono andati perduti a causa del terremoto del 23 novembre del 1980.
Calabritto era strettamente legato a Caposele, avendo confini territoriali in comune; nel 1279, però, Caposele chiese la divisione.
La conformazione del paese cambiò profondamente dopo la peste del 1656, con un incremento della popolazione e un nuovo orientamento della concentrazione dell'abitato verso il castello e verso la Chiesa Madre della Santissima Trinità.
Nel 1807 Calabritto passò dal Principato Citra (di cui faceva parte dal 1229) al Principato Ultra.
Tra gli eventi che hanno segnato il territorio, va segnalata l'annessione del vicino comune di Quaglietta, nel 1928, che ne è diventato frazione, e i forti danneggiamenti causati da un violento bombardamento durante la seconda guerra mondiale e da tremendi terremoti, come quello del 1980.
Il comune di Calabritto sorge nell'area della Valle del Sele, nel Parco Naturale dei Monti Picentini. È un paese di 2.309 abitanti, situato a 480 metri. Il territorio si estende per 56,33 km2 e i comuni confinanti sono: Acerno, Bagnoli Irpino, Caposele, Lioni, Senerchia e Valva. È attraversato dal fiume Sele e dal rio Zagarone.
L'etimologia del nome sembrerebbe provenire da una leggenda: una donna di nome Britta (per alcuni di facili costumi, per altri la figlia di un autentico feudatario, per altri ancora una locandiera), chiamata, a seconda della versione degli avventori della locanda o dai soldati di Annibale, col grido "Cala Britta". Gli abitanti sono detti calabrittani e San Giuseppe è il loro patrono.
LUOGHI DI INTERESSE
• Borgo e castello medievale di Quaglietta - Importante testimonianza storica della dominazione longobarda in Irpinia, si trova a 7 km dal centro e ospita l'albergo diffuso "Quaglietta".
• Cascate di Calabritto - Area naturalistica, costituita dalle principali 14 cascate formate dal rio Zagarone e dai suoi affluenti.
• Santuario di Maria SS. della Neve - Luogo di culto fondato nel XV secolo, che domina l'intera Valle del Sele, a 945 metri sul livello del mare, è legato a un'antica leggenda popolare.
• Chiesa rupestre della Madonna del Fiume - Collocata all'interno di una grotta carsica, è dedicata alla protettrice delle partorienti ed è tradizione che, nel lunedì in Albis, le donne in attesa vi si rechino a pregare.
• Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli - Luogo di antichissima devozione e fede, al suo interno è presente un quadro della Madonna nera, importato dai monaci basiliani intorno al 1200.
• Chiesa della SS. Trinità - Chiesa Madre, costruita a seguito del terremoto del 1980, non distante dalla piazza centrale del paese.
• Cappella di Maria SS. di Grienzi - Inaugurata nel 1751, ospita la statua della Madonna particolarmente venerata a Calabritto.
• Palazzo Papio - Situato in Piazza Matteotti, l'edificio attuale risale alla ricostruzione eseguita dopo il sisma del novembre 1980.
• Chiesa di Santa Maria delle Grazie - Tra le più antiche del paese, era centro spirituale di un monastero, forse di monaci basiliani, del quale si possono ancora intravedere i resti.
• Chiesa di San Rocco - Distrutta dal terremoto del 1980 e ricostruita dalle fondamenta, preserva il solo originale portale in pietra.
• Altre chiese - Chiesa della Madonna del Carmine, Chiesa di S. Pietro.
EVENTI
• Scampanellata per il paese - In onore di Sant'Antonio Abate, il 17 gennaio, gli abitanti bussano di casa in casa per chiedere dei doni.
• I Falò di San Giuseppe - Si tengono il 19 marzo, in onore del Santo Patrono, e prevedono l'accensione dei falò nei rioni del paese.
• Festa della Madonna di Grienzi - Festa che si tiene l'ultima domenica del mese di giugno, dopo un pellegrinaggio notturno di oltre tre ore di cammino a piedi, raggiungendo il Santuario della Madonna di Grienzi.
• Festa di San Giuseppe e della Madonna della Neve - Festa patronale del paese, molto sentita dai fedeli, si svolge nell'ultimo fine settimana del mese di luglio.
• Pellegrinaggio alla Madonna della Neve - Si svolge il 5 agosto, con arrivo al Santuario della Madonna della Neve.
• La Sagra della Castagna - Evento enogastronomico che si svolge nel mese di ottobre, in cui è possibile gustare prodotti tipici locali e piatti tradizionali.
PIATTI E PRODOTTI TIPICI
Peperoni quagliettani PAT - Un tipo particolare di peperoni, detti anche "papazzi", coltivati nella media-alta Valle del Sele, soprattutto nella località di Quaglietta.
• Raviolo allo zenzifero di Quaglietta PAT - Sfoglie di pasta all'uovo di forma quadrata o tonda, ripiene di ricotta, uova, formaggio grattugiato, prezzemolo e "zenzifero", quest'ultimo menta autoctona aromatica.
• Menesta 'mmaretata - Scarola e fagioli cotti possibilmente nel recipiente di terracotta (detto pignata o pignatiello), uniti ('mmaretati) con tagli poveri del maiale, owero zampe, orecchie, muso, salsiccia povera.
• Trota -Allevata lungo il corso del fiume Sele, grazie alla presenza di allevamenti ittici nella zona.
• Cicirieddi - Dolce tipico locale fatto da dadini fritti e miele.
• Caciocavallo Silano DOP - Formaggio semiduro, a pasta filata, prodotto con latte di diverse vacche, tra cui la podolica.
CASTELFRANCI
La storia di Castelfranci ha origini antiche: i reperti archeologici rinvenuti nel territorio di Baiano, contrada del comune, confermano l'insediamento già nel periodo romano di alcune tribù non molto numerose. Il centro abitato sorse, invece, durante il IX secolo d.C., con il nome di Castrum Francorum, rappresentando una fortificazione eretta a guardia del Ducato di Benevento dai Franchi, arrivati in Italia al fianco di Ludovico Il il Germanico.
In epoca normanna, fu amministrata da Guaimario Saraceno, signore di Montemarano; dopo essere stata governata da diversi signori locali, fu acquisita da Giovanni Virgato, da Giovanni Della Leonessa e dalla famiglia Della Marra. Uno dei documenti più antichi riguardante Castelfranci risale al 1248 ed è la bolla pontificia emessa a Lione il 6 giugno, con la quale il Papa Innocenzo IV restituisce a Bella De Amicis, vedova di Guglielmo di Montemarano, la terra di Castrum de Francis posseduta dalla famiglia De Montana.
Colpita duramente dalla peste del 1348, il paese rifiorì significativamente soltanto nel XVI secolo, nel periodo della dominazione spagnola.
Il comune di Castelfranci sorge nell'area della Valle del Calore. È un paese di 1.927 abitanti, situato a 450 metri sul livello del mare. Il territorio si estende per 11,69 km2 e i comuni confinanti sono: Montemarano, Nusco, Paternopoli e Torella dei Lombardi. È attraversato dal fiume Calore.
L'etimologia del nome proviene probabilmente da Castrum de Francis, "Castello dei Franchi", per via della particolare posizione a confine tra Benevento e Salerno. Gli abitanti sono detti castellesi e San Nicola di Bari è il loro patrono.
LUOGHI DI INTERESSE
• Palazzo Vittoli - Fabbricato gentilizio edificato nel 1818, come riportato anche nello stemma del portale di ingresso, è ubicato nel centro storico del paese, alle spalle del Santuario.
• Santuario di Santa Maria del Soccorso - Fra i monumenti più importanti di Castelfranci, è stata edificata nel XVI secolo.
• Chiesa di San Nicola - Ha origini molto antiche, probabilmente risalenti già alla metà del Cinquecento.
• Palazzo Palmieri - Antico palazzo, recentemente ristrutturato, che si trova nel centro storico.
• Palazzo Celli-Vinoterapia - Palazzo storico settecentesco, adiacente alla Chiesa Madre di Santa Maria del Soccorso, oggetto di ristrutturazione totale e, oggi, sede di un centro di vino terapia.
• Chiesa di San Pietro - La costruzione risale al XVI secolo ma, a causa dei terremoti, venne chiusa al culto dei fedeli nel 1955: attualmente in ristrutturazione.
• Parco "Palata" - Situato in località Bosco Baiano, presenta un'area pie nic a ridosso del fiume Calore.
• Fontana del Paradiso - Si trova sul corso del fiume Calore, insieme ai ruderi degli antichi mulini.
• Sentiero Fiume Calore - Sentiero di trekking nei pressi del fiume Calore.
EVENTI
• Castelfranci Wine Festival - Iniziativa enogastronomica che conduce i partecipanti alla scoperta del territorio di Castelfranci con le sue bellezze, tradizioni e produzioni enogastronomiche, a partire dai vini di eccellenza.
• La Notte re la Focalenzia - Evento tradizionale che si svolge a dicembre ed è caratterizzato da falò, stand gastronomici con i piatti tipici locali e musica popolare.
• Festa della Vendemmia - Kermesse di tre giorni autunnale, dedicata alla vendemmia.
• Festa del Vino Aglianico - Festival dedicato all'Aglianico, si svolge il 10-11-12 agosto.
• Sagra della Maccaronara - Evento enogastronomico estivo, incentrato sul piatto tipico del paese.
• Festa di San Nicola da Bari - Festeggiamenti in onore del Santo Patrono 1'8 e 9 maggio.
• Santa Maria del Soccorso - Festa che si tiene la prima domenica di agosto, presso l'omonima piazza in cui è situata la chiesa.
PIATTI E PRODOTTI TIPICI
• Maccaronara - Pasta di grano duro fatta a mano e accompagnata da sugo rosso di carne.
• Taurasi DOCG - Vino di grande tradizione, realizzato grazie a un vitigno dalle origini antichissime: ben strutturato, elegante e austero ma, al tempo stesso, equilibrato e tannico; adatto a un lunghissimo invecchiamento, anche grazie alla sua struttura, mineralità, buona alcolicità e pienezza.
• Mugliatielli - Un particolare preparato d'agnello, tipico del territorio.
• Irpinia Colline dell'Ufita DOP - Olio extravergine di oliva derivante in gran parte dalla varietà Ravece, caratterizzato da un piacevole gusto amaro e piccante.
• Fico di San Mango PAT - Frutto tipico della zona, dalla polpa succosa e dal sapore caratteristico.
• Uva Coda di Volpe Rossa PAT - Dagli acini ricchi di pruina e awolti da una spessa buccia di colore rosso scuro, può essere impiegata come uva da tavola, oppure per la produzione dell'omonimo vino.
• Caciocavallo Silano DOP - Formaggio semiduro, a pasta filata, prodotto con latte di diverse vacche, tra cui la podolica.
TEORA
Nata da un precedente insediamento presannitico, Teora fece parte del territorio di Conza sia in età romana, come documentano i ritrovamenti delle tombe a fossa in località Oliveto-Cairano, sia in epoca medievale, seguendone a lungo le vicende storiche.
Citata nel 1098 in una bolla di Papa Urbano Il e in un successivo atto notarile del 1332 come feudo di Filippo di Tigora, un nobile locale, Teora fu amministrata dai Gesualdo, dai Ludovisi e dai Mirelli; questi ultimi rimasero al timone fino al 1806, anno dell'abolizione della feudalità.
Il terremoto del 23 novembre 1980 ha duramente colpito l'abitato, distruggendo numerose testimonianze del passato, tra cui il palazzo baronale, la Chiesa di San Nicola di Mira e Casa Mazzeo. Del castello longobardo, situato in località Boiara e già colpito dal terremoto del 1732, non rimane alcuna traccia: si sa, tuttavia, che fu ristrutturato in epoca aragonese e che presentava torri cilindriche fondate su una base a scarpata.
Il comune di Teora sorge nell'area dell'Alta Irpinia. È un paese di 1.476 abitanti, situato a 660 metri sul livello del mare. Il territorio si estende per 23,21 km2 e i comuni confinanti sono: Caposele, Conza della Campania, Lioni e Morra De Sanctis. È attraversato dal fiume Ofanto.
L'etimologia del nome proviene probabilmente dal latino tugurium, il cui plurale è teguria, ossia capanne, in riferimento ai rifugi costruiti dai Sanniti. Gli abitanti sono detti teoresi e San Nicola di Bari è il loro patrono.
LUOGHI DI INTERESSE
• Fontana del Piano - Detta anche Fontana dei Tarantini, è realizzata in pietra chiara.
• Pietra dei Matrimoni Civili - Collocata in Piazza Congrega, è un tavolo in pietra sul quale venivano redatti atti pubblici e si svolgevano matrimoni in forma civile.
• Chiesa di San Vito - Edificio religioso, in grado di resistere al tremendo sisma del 1980.
• Mulino Corona - Risalente alla fine del Settecento, è situato ai margini del centro storico del paese.
• Fontana dei Morti - Risalente al Xli secolo, è la fonte da cui si abbeveravano i cavalli dei carri diretti a Conza per seppellire i cadaveri.
Chiesa di San Nicola - Edificio religioso sorto negli anni Ottanta, affianca la vecchia Chiesa, distrutta dal terremoto del 1980.
EVENTI
• Sagra delle Tomacelle - Evento enogastronomico, accompagnato dalla sfilata de Li Squaqqualacchiun', maschera tipica teorese che apre le festività carnevalesche, in programma nel mese di gennaio.
• Festa della Pesatura - Evento tradizionale, in programma nel mese di luglio.
• Pizza di San Martino - Evento enogastronomico e religioso, in programma nel mese di novembre.
• Festival delle Serenate - Evento estivo dedicato all'antica tradizione delle serenate teoresi, in programma nel mese di agosto.
• Venerdì Santo - Via Crucis nelle strade del paese, in programma durante le festività pasquali.
• Festa della Croce - Celebrazioni religiose, in programma nel mese di maggio.
PIATTI E PRODOTTI TIPICI
• Tomacelle - Piatto tipico, simile a una polpetta, costituito da frattaglie di maiale, formaggio, uova e radice di rafano.
• Pizza di Sant' Martin - Gateau di patate preparato con latte, uova, salame, formaggio, prezzemolo, mozzarella, sale e pepe.
• Bucatin cu lu frisc - Primo piatto tipico, realizzato con bucatini e sugo di carne di maiale, pomodori e peperoni sotto aceto.
• Caciocavallo Silano DOP - Formaggio semiduro, a pasta filata, prodotto con latte di diverse vacche, tra cui la podolica.
• Caciocavallo irpino di grotta PAT - Formaggio a pasta filata, prodotto con latte proveniente da allevamenti di piccole e medie dimensioni, da bovine in prevalenza di razza bruna, stagionato tradizionalmente in grotta.
CASSANO IRPINO
Le origini di Cassano Irpino sono antichissime e, secondo alcune ipotesi, potrebbero risalire perfino al periodo preromano. Indubbiamente, le numerose testimonianze archeologiche rinvenute nel territorio comunale, tra cui lapidi ed edicole funerarie, conservate oggi per la maggior parte al Museo Irpino di Avellino, fanno presagire la presenza di insediamenti durante l'epoca romana.
Cassano Irpino fu, a lungo, casale della vicina Montella. Lo stesso Castello che, ancora oggi, domina l'intero centro abitato appartenne al Gastaldato di Mantella e, con il progressivo awicendarsi di numerose famiglie, fu convertito in residenza gentilizia.
Le vicende storiche di Cassano Irpino furono legate al territorio di appartenenza fino al 1806, anno di abolizione della feudalità.
Il comune di Cassano Irpino sorge nell'area della Valle del Calore. È un borgo di 964 abitanti, situato a 510 metri sul livello del mare. Il territorio si estende per 13,07 km2 e i comuni confinanti sono: Mantella, Montemarano e Nusco. È attraversato dal fiume Calore ed è ricco di importanti sorgenti.
L'etimologia del nome sembrerebbe provenire dal nome della Gens Cassia e dal suffisso -anus, indicante un Praedium Cassianum, ossia un latifondo o una villa rustica appartenente a quella famiglia. Gli abitanti sono detti cassanesi e San Bartolomeo Apostolo è il loro patrono.
LUOGHI DI INTERESSE
• Sorgenti - Straordinario gruppo sorgentizio, alimentato dal vasto bacino idrogeologico dei Monti Picentini che soddisfa il fabbisogno idrico di milioni di persone: luogo ideale per una visita dal carattere culturale e ambientale.
• Castello - Struttura medievale edificata probabilmente dai Longobardi, poi convertita in dimora gentilizia e denominata, per questo motivo, anche "Palazzo Baronale".
• Chiesa di San Bartolomeo - Costruita nel 1557, è la Chiesa Madre del comune.
• Chiesa Santa Maria delle Grazie - Al suo interno conserva interessanti affreschi della prima metà del Quattrocento.
• Chiesa Santa Maria La Longa - Edificata da Amato, primo vescovo di Nusco, nel 1080.
• Tiglio plurisecolare - Risalente, secondo la leggenda, all'epoca della costruzione della chiesa nel 1080.
• Altre chiese - Chiesa di S. Rocco, Chiesa di S. Maria del Carmine, Chiesa di S. Pasquale.
EVENTI
• Sagra della Castagna - Evento enogastronomico che ricorre l'ultimo sabato del mese di ottobre.
• Ritorno al Medioevo - Un vero e proprio tuffo nel passato per rivivere gli usi e i costumi della vita medioevale, con musica, enogastronomia, mestieri di altri tempi e rievocazioni storiche.
• Festa di San Bartolomeo Apostolo - Celebrazioni religiose in onore del Santo Patrono il 24 e 25 agosto.
PIATTI E PRODOTTI TIPICI
• Castagna di Mantella IGP - Prodotto dal seme a polpa bianca, croccante e di gradevole sapore dolce, possiede elevate caratteristiche di serbevolezza, sapidità e fragranza ed è considerata tra le migliori castagne prodotte in Italia.
• Caciocavallo podalico dei Monti Picentini PAT - Gustoso e raro formaggio con stagionatura fino a 6 mesi, a pasta cruda, dura e filata, particolarmente pregiato.
• Caciocavallo irpino di grotta PAT - Formaggio a pasta filata, prodotto con latte proveniente da allevamenti di piccole e medie dimensioni, da bovine in prevalenza di razza bruna, stagionato tradizionalmente in grotta.
• Torrone di Castagna PAT - Detto anche "pantorrone" o "spantorrone" di castagne, è una specialità che da oltre 30 anni si produce nelle aree rinomate per la coltivazione di castagne.
• Caciocavallo Silano DOP - Formaggio semiduro, a pasta filata, prodotto con latte di diverse vacche, tra cui la podalica.
VILLAMAINA
I numerosi reperti archeologici rinvenuti non solo nel territorio comunale, ma anche in quelli limitrofi, fanno presupporre che le origini di Villamaina siano molto antiche, come testimoniato anche dalla sua vicinanza con l'antica Via Appia.
Sin dall'epoca normanna, appartenne alla Baronia di Frigento. Successivamente, divenne feudo, amministrato dapprima dai Gesualdo, poi dalla famiglia Caracciolo: questi ultimi governarono Villamaina, fino all'abolizione della feudalità nel 1806, con il titolo di "baroni" e "duchi di San Teodoro".
Anche la comunità villamainese è stata sconvolta, nel corso della storia, da alcuni eventi luttuosi, quali l'epidemia di peste del 1656 che decimò la popolazione locale e il sisma del 23 novembre 1980 che provocò non pochi danni agli edifici situati nel paese, caratterizzato oggi da un aspetto moderno.
Il comune di Villamaina sorge nell'area della Valle del Calore, a ridosso dell'Alta Irpinia. È un paese di 963 abitanti, situato a 560 metri sul livello. Il territorio si estende per 9,04 km2 e i comuni confinanti sono: Frigento, Gesualdo, Paternopoli, Rocca San Felice, Sant'Angelo dei Lombardi e Torella dei Lombardi. È attraversato dal fiume Fredane e dal torrente Conche.
L'etimologia del nome deriva probabilmente da "villa" nel senso di latifondo e "magna", ossia grande: con il tempo la parola "magna" si è trasformata in "maina". Gli abitanti sono detti villamainesi e San Rocco e San Paolino da Nola sono i loro Patroni.
LUOGHI DI INTERESSE
• Terme di San Teodoro - Antiche terme che risalgono alla seconda metà del XVII secolo e che oggi, grazie alle acque ricche di minerali e ai tanti percorsi benessere, richiamano numerosi turisti per un soggiorno all'insegna del relax.
• Raccolta Museale Comune di Villamaina - Esposizione che include frammenti di epoca preistorica, preziosi elementi di età sannitica, importanti testimonianze del periodo romano, fino a materiali di età moderna.
• Parco Comunale Giovanni Gussone - Dedicato al botanico villamainese Giovanni Gussone: comprende campo da calcetto o basket, campo da bocce, viali alberati, per lo più con ulivi di medio e grosso fusto, nonché un piccolo anfiteatro all'aperto.
• Bosco della Rocca - Bosco di piccole dimensioni, ubicato nei pressi della località Mefite, a metà strada fra i comuni di Villamaina e di Rocca San Felice, composto da rovi, pungitopo, ginestre e alberi ad alto fusto, in prevalenza querce, olmi e pioppi.
• Chiese - Chiesa Matrice S. Maria della Pace (Chiesa Madre), Chiesa S. Antonio, Chiesa S. Maria del Carmine, Chiesa S. Maria di Costantinopoli e Chiesa S. Rocco.
• Fonte di Formulano - Antica fonte di valore storico, risalente addirittura all'epoca romana: nell'Ottocento, furono ritrovati resti di antichissimi edifici romani, con pavimenti di mosaico.
• Antichi Mulini ad Acqua - Si tratta di quattro mulini ad asse verticale e a ruota orizzontale: Mulino lsca, Mulino Fontanelle, Mulino di Sotto le Coste e Mulino Conche: solo quest'ultimo risulta ristrutturato e visibile a Le Conche di Villamaina.
EVENTI
• Festa di Sant'Antonio e San Paolino - Festeggiamenti che si svolgono il 21 e 22 giugno, in onore dei Santi Patroni Paolino di Nola e Antonio: per l'occasione, vi è anche la processione per il paese con le statue dei santi e la banda musicale.
• Festa di San Giuseppe - Festa che si tiene il 19 marzo con accensione dei falò, musica ed enogastronomia locale.
• Pellegrinaggio alla Chiesa dei SS. Giovanni e Paolo - Celebrazione che si tiene alla fine di maggio con la processione da Villamaina alla chiesa, sita poco distante dal bosco di Girifalco, a Torella Lombardi.
PIATTI E PRODOTTI TIPICI
• Ricotta di Carmasciano PAT - Bianca, di consistenza soffice e cremosa, ottenuta dal siero residuo della lavorazione dell'omonimo pecorino, molto pregiato.
• Irpinia Colline dell'Ufita DOP - Olio extravergine di oliva derivante in gran parte dalla varietà Ravece, caratterizzato da un piacevole gusto amaro e piccante.
• Menesta maritata - Piatto tipico irpino, il cui nome deriva dal fatto che gli ingredienti di carne e verdura si "maritano".
• Pizza jonna - Pizza realizzata con farina di granoturco.
• Pasta fresca fatta a mano - Fusilli, ravioli, tagliatelle, "laghene", cavatelli, maccaronara.
• Caciocavallo irpino di grotta PAT - Formaggio a pasta filata, prodotto con latte proveniente da allevamenti di piccole e medie dimensioni, da bovine in prevalenza di razza bruna, sta tradizionalmente in grotta.
ROCCA SANFELICE
Rocca San Felice ha origini antichissime, risalenti alla presenza, in epoca preromana, di un tempio dedicato alla dea Mefite, nella Valle d'Ansante.
L'attuale borgo sorse, invece, in epoca medievale, più precisamente nell'848, allorquando, con l'istituzione dei Principati di Salerno e Benevento, re Ludovico decise di dare vita alla fortezza di Rocca per delimitare i confini tra i due territori. In epoca angioina, il borgo fu inglobato nei feudi della famiglia D'Aquino. Successivamente, fu amministrato dai Saraceno, dai Caracciolo, dai Reale e dai Capobianco, signori di Carife, che ne detennero la proprietà fino al 1806, anno di eversione della feudalità.
Il comune di Rocca San Felice sorge nell'area dell'Alta Irpinia. È un borgo di 843 abitanti, situato a 750 metri sul livello del mare. Il territorio si estende per 14,41 km2 e i comuni confinanti sono: Frigento, Guardia Lombardi, Sant'Angelo dei Lombardi, Sturno e Villamaina.
L'etimologia del nome potrebbe provenire dalla conformazione del luogo stesso, da cui "rocca" intesa come altura o cittadella, mentre la specifica "San Felice" riflette il culto per il Santo Patrono. Gli abitanti sono detti rocchesi e San Felice è il loro patrono.
LUOGHI DI INTERESSE
• Geosito della Mefite in Valle d'Ansanto - Area fra le più anticamente abitate d'Irpinia, luogo di pellegrinaggio già dal VII secolo a.e., proprio per la presenza della dea Mefite, divinità a cui era dedicato un Santuario presso il laghetto di origine sulfurea che, ancora oggi, ribolle.
• Castello di Rocca San Felice - Particolarmente suggestivo, sorge a 750 metri di altitudine e rappresentava il terminale di un'area fortificata fino alla sommità del borgo.
• Chiesa di Santa Maria Maggiore - Edificio religioso che risale al Xli secolo con un imponente campanile.
• Santuario di Santa Felicita - Fra gli edifici religiosi più antichi d'Irpinia, dal 2018 è divenuto Santuario diocesano.
• Cappella di Maria SS. di Costantinopoli - In essa è presente un quadro con la Madonna di Costantinopoli col Bambino.
• Museo Civico Don Nicola Gambino - Raccoglie i reperti rinvenuti nelle più recenti ricerche archeologiche.
• Mostra della Ceramica - Esposizione di frammenti di vasellame e ceramica.
• Centro Storico - Caratteristica tipologia di insediamento medioevale, con vicoli stretti, portali, pietra a vista e scalinate.
• Piazza San Felice - Ornata dal tiglio secolare, dalla fontana monumentale, dagli archi e dal loggiato del Palazzo De Laurentis-Villani e da "re muredde", una serie di scalinate che porta a via Castello.
• Palazzi Storici - Palazzo De Renzis, Palazzo della Marchesa Rossi, Palazzo Ludovisi, Palazzo Santoli.
EVENTI
• Festa Medioevale - Manifestazione estiva che si svolge in tutto il centro storico ed è un vero e proprio tuffo nel passato, al tempo del Medioevo, con guitti e giocolieri, dame e cavalieri, osti e mercanti, maghi e fattucchiere.
• Festival dei Cortili - Manifestazione con musica antica, degustazioni enogastronomiche e falò di paglia.
• Festa di San Felice - Festeggiamenti dedicati al Santo Patrono.
• Fiera di Santa Felicita - Fiera che ricade solitamente nel periodo del mese di luglio.
PIATTI E PRODOTTI TIPICI
• Pecorino di Carmasciano PAT - Formaggio di pecora prodotto nell'omonima località situata tra Guardia Lombardi e Rocca San Felice: dal gusto assolutamente unico, è caratterizzato da un'accurata preparazione interamente artigianale.
• Agnello di Carmasciano PAT - Carne fresca di agnelli delle razze laticauda e bagnolese, allevati con cura mediante erbe e fieno arricchiti dalle esalazioni sulfuree della Mefite.
• Ricotta di Carmasciano PAT - Bianca, di consistenza soffice e cremosa, ottenuta dal siero residuo della lavorazione dell'omonimo pecorino, molto pregiato.
• Caciocavallo Silano DOP - Formaggio semiduro, a pasta filata, prodotto con latte di diverse vacche, tra cui la podolica.
• Caciocavallo irpino di grotta PAT - Formaggio a pasta filata, prodotto con latte proveniente da allevamenti di piccole e medie dimensioni, da bovine in prevalenza di razza bruna, stagionato tradizionalmente in grotta.
NUSCO
Balcone d'Irpinia, suggestivo affaccio su un paesaggio autentico tra la Valle dell'Ofanto e le montagne del Terminio-Cervialto. Tra i borghi medievali più belli d'Italia. Dal selciato di pietra calcarea del centro storico ci si addentra nella bellezza delle sue tradizioni.
Il comune di Nusco sorge nell'area della Valle del Calore. È un borgo di 3.898 abitanti, situato a 914 metri sul livello del mare e a 36 km da Avellino. Il territorio si estende per 53,60 km2 e i comuni confinanti sono: Bagnoli Irpino, Cassano Irpino, Castelfranci, Lioni, Mantella, Montemarano, Sant'Angelo dei Lombardi e Torella dei Lombardi. Dal suo territorio sgorgano le sorgenti del fiume Ofanto.
L'etimologia del nome del paese si ricollegherebbe al termine popolare musco, utilizzato per indicare il muschio che abbonda nel sottobosco del borgo. Gli abitanti sono detti nuscani e Sant'Amato è il loro patrono. Le prime testimonianze della storia di Nusco sono state trovate all'interno del testamento del vescovo Amato che, nel 1093, descrisse con la parola civitas la sua sede. Le origini del castello, tuttavia, potrebbero risalire anche a qualche secolo prima, al tempo della secessione del Principato di Salerno dal Ducato di Benevento, avvenuta ne11'847.
Molte sono state le famiglie che hanno governato su questo territorio: tra queste, i D'Aquino, i Del Balzo, i Caracciolo e i Carata. Gli ultimi feudatari di Nusco furono gli Imperiale, fino all'abolizione della feudalità nel 1806. Molte delle abitazioni di queste famiglie, ancora oggi perfettamente conservate, sono circondate da eleganti giardini e visitabili, avendo mantenuta intatta la loro struttura originaria.
LUOGHI DI INTERESSE
Concattedrale di Sant'Amato - Fondata nell'XI secolo, presenta una maestosa facciata di stile composito, costituita da grandi massi di pietra locale.
• Episcopio - Seminario arcivescovile ubicato nel centro antico, risale al XVII secolo: edificato per volere del Vescovo Francesco Buonaventura, che fece intraprendere i lavori nel 1754.
• Museo Diocesano - Mostra allestita nell'Episcopio allo scopo di valorizzare il patrimonio storico e artistico delle comunità appartenenti all'Arcidiocesi di Sant'Angelo dei Lombardi-Conza-NuscoBisaccia.
• Museo Sala del Tesoro della Cattedrale - Conserva oggetti sacri, statue d'argento e le spoglie del Santo Patrono all'interno della Cripta.
• Concattedrale di Sant'Antonio - Ubicata ai margini del castello medievale.
• Campanile della Chiesa - Edificio eretto in memoria del Vescovo di Nusco.
• Palazzi nobiliari - Palazzo Natale e Palazzo Ebreo.
• Fontigliano - Area naturalistica che si trova alle falde dei Monti Picentini, in un'oasi naturale di vegetazione e di incontaminato paesaggio.
• Altro - Villa comunale, Biblioteca, Cappella del Carmine, Chiesa del Collegio S. Giuseppe, Chiesa della Sacra Famiglia, Chiesa di S. Giovanni Evangelista, Chiesa di S. Maria delle Grazie, Chiesa di
S. Maria Vetere, Chiesa di S. Rocco, Chiesa di S. Antonio, Chiesa della SS. Trinità, Abbazia di S.Maria di Fontigliano.
EVENTI
• Notte dei Falò - Manifestazione tradizionale ed enogastronomica, in onore di Sant'Antonio, con l'accensione di grandi fuochi per le strade del borgo, musica, stand enogastronomici e di artigianato locale.
• Che mi salta in menta - Evento enogastronomico dedicato alla menta.
• Traslazione di Sant'Amato- Festeggiamenti in onore del Santo Patrono con processione.
• Sagra ri li Cicaluccoli - Evento enogastronomico con numerose degustazioni della tradizionale pasta tipica del territorio.
PIATTI E PRODOTTI TIPICI
• Cicaluccoli - Gnocchi fatti a mano serviti preferibilmente con ragù di carne o di puzzendu (salsiccia tipica).
• Ricotta di pecora bagnolese PAT - Prodotto di antica tradizione, proveniente da pecore della razza detta "bagnolese o malvizza", costantemente al pascolo.
• Ricotta manteca di Mantella PAT - Di forma cilindrica e colore paglierino, presenta una consistenza morbida, delicata e burrosa: un alimento molto valido per caratteristiche organolettiche.
• Caciocavallo podolico dei Monti Picentini PAT - Gustoso e raro formaggio con stagionatura fino a 6 mesi, a pasta cruda, dura e filata, particolarmente pregiato.
• Caciocavallo Silano DOP - Formaggio semiduro, a pasta filata, prodotto con latte di diverse vacche, tra cui la podalica.
SENERCHIA
Senerchia ha origini antichissime, risalenti al IX secolo a.e., allorquando i Picentini, insediatisi dopo la seconda guerra punica, si stabilirono in quella che, un tempo, era chiamata Sena Herc/ea.
Dopo un avvicendarsi di varie popolazioni e in seguito alla separazione del Principato di Salerno dal Ducato di Benevento nell'840, Senerchia ottenne il titolo di Universitas, ossia centro fortificato con una propria autonomia e una popolazione residente in pianta stabile.
Durante il Regno di Napoli e il Regno delle Due Sicilie, Senerchia fu un comune appartenente al Circondario di Calabritto, a sua volta incluso nel Distretto di Campagna, nella provincia di Principato Citra. Con l'Unità d'Italia, venne assegnata alla provincia di Avellino.
Il comune di Senerchia sorge nella Valle del Sele, nell'area del Parco dei Monti Picentini. È un borgo di 798 abitanti, situato a 600 metri sul livello del mare. Il territorio si estende per 35,99 km2 e i comuni confinanti sono: Acerno, Calabritto, Campagna, Oliveto Citra e Valva. È attraversata dal fiume Sele e da altre sorgenti minori, tra cui i torrenti Vallone e Acquabianca.
L'etimologia del nome è legata all'oppidum romano Sena Herc/ea. Gli abitanti sono detti senerchiesi e San Michele Arcangelo è il loro patrono.
LUOGHI DI INTERESSE
• Oasi WWF Valle della Caccia - Splendida oasi, attiva dal 1992 e immersa nei Monti Picentini, si distingue per la sua spettacolare cascata, alta circa 30 metri.
• Borgo antico - Affascinante porzione dello storico borgo, posta sotto ai ruderi del castello e abbandonata in gran parte già prima del terremoto del 23 novembre 1980.
• Ruderi del Castello - Costruito dai Longobardi tra VIII e IX secolo, domina la Valle del Sele dal punto più alto con la torre di vedetta rimasta in piedi.
• Chiesa di San Michele Arcangelo - In stile romanico, forse risalente al IX secolo, offre un paesaggio spettacolare.
• Altro - Chiesa Matrice di S. Maria Assunta, Chiesa di S. Antonio, Cappella della Madonna del Tiglio, Grotta della Madonna di Lourdes, Cappella Madonna delle Grazie.
EVENTI
• Festa di Sant'Antuono - Festeggiamenti in onore di Sant'Antonio Abate, in programma nel mese di gennaio, con l'accensione dei falò (carcara).
• Festa di San Michele Arcangelo - Festeggiamenti in onore del Santo Patrono, previsti in due diverse date: 8 maggio e 29 settembre.
• Sagra del maiale - Evento enogastronomico che si tiene all'aperto, tra febbraio e marzo.
• Festa di San Gerardo - Festeggiamenti in onore di San Gerardo Maiella, in programma nel mese di ottobre.
PIATTI E PRODOTTI TIPICI
• Peperoni quagliettani PAT - Un tipo particolare di peperoni, detti anche "papazzi", coltivati nella media-alta Valle del Sele, soprattutto nelle località di Senerchia e Quaglietta.
• Pasta e fagioli "cu u muss pint" - Tradizionale primo piatto senerchiese.
• Trota - Pescata lungo il corso del fiume Sele, grazie alla presenza di allevamenti ittici.
• Caciocavallo Silano DOP - Formaggio semiduro, a pasta filata, prodotto con latte di diverse vacche, tra cui la podalica.
SANT’ANDREA DI CONZA
Terra d'incanto, collocata in un'area di elevata bellezza paesaggistica e ambientale. Borgo di pietra, con i suoi portali, fregi e facciate, custode con rigore delle tradizioni artigianali, legate soprattutto all'arte del ferro battuto, il cui tempo ancora oggi viene scandito dal suono della tre sirene del lavoro.
Il comune di Sant'Andrea di Conza sorge nell'area dell'Alta Irpinia. È un borgo di 1.414 abitanti, situato a 660 metri sul livello del mare e a 72 km da Avellino. Il territorio si estende per 7,05 km2 e i comuni confinanti sono: Conza della Campania e Pescopagano. È attraversato dal fiume Ofanto.
L'etimologia del nome è ispirato al culto del Santo Patrono del paese, mentre la specifica "di Conza" si riferisce alla sua posizione geografica, nei pressi di Conza della Campania. Gli abitanti sono detti santandreani e Sant'Andrea Apostolo è il loro patrono.
Le origini di Sant'Andrea di Conza sono controverse. Secondo alcune fonti, il borgo sarebbe sorto dopo il terremoto del 990 e la successiva epidemia di malaria, allorquando gruppi di agricoltori si stanziarono intorno alla Chiesa di Sant'Andrea, situata tra Conza e Pescopagano. Secondo un'altra ipotesi, il primo nucleo abitativo sarebbe nato con l'arrivo dei Bulgari in Irpinia, chiamati dai Longobardi per ripopolare le aree interne del Sud Italia, rimaste deserte a causa del conflitto contro i Bizantini.
Sicuramente, Sant'Andrea di Conza venne citata, per la prima volta, in un atto di donazione del 1161, con cui il conte normanno Gionata di Conza e di Carinola si impegnò a cedere la Chiesa di Sant'Andrea alla Chiesa di Santa Maria dell'Episcopato di Conza. Da quel momento in poi, fino all'abolizione della feudalità awenuta nel 1806, il borgo appartenne alla Mensa Arcivescovile. Durante questo lunghissimo periodo, fu amministrato da numerose famiglie: Del Balzo, Gesualdo, Ludovisi e Mirelli.
LUOGHI DI INTERESSE
• Episcopio - Complesso architettonico risalente al Xlii secolo, nato come edificio vescovile e attuale sede comunale.
• Chiesa di Santa Maria della Consolazione - Vecchio edificio religioso abbandonato e ridotto a rudere, a cui era annesso il Convento Francescano dei Frati Riformati.
• Ex Fornace Clemente-Malanga - Raro esempio di archeologia industriale, la cui struttura ha costituito, in passato, una precedente fabbrica di laterizi.
• Seminario - Edificio vescovile realizzato nel XVIII secolo, frutto di un restauro di pregevole fattura.
• Chiesa di San Michele - Struttura neoclassica che custodisce un bel coro ligneo e tele del Miglianico.
• Chiesa Madre di San Domenico - Risalente al Settecento con una pregiata statua lignea del Beato Stefano Seno.
• Arco della Terra - Portale d'ingresso al borgo, datato 1753.
• Fontana - Situata in Piazza Umberto I, è dedicata al Re Umberto I di Savoia.
• Mulino ad acqua - Struttura risalente al Settecento.
• Centro Storico - Ricco di stradine e portali medievali ben tenuti.
EVENTI
• Processione dei Misteri - Ricorrenza della morte di Gesù durante la Settimana Santa.
• Festa dell'Incoronata - Festività religiosa che si svolge l'ultimo sabato di aprile.
• Rito delle Maggiaiole - Cerimonia tradizionale che si tiene l'ultimo sabato di maggio.
• Festa della Madonna del Carmine - Celebrazioni religiose, in programma nel mese di luglio.
• Festa di Sant'Andrea e Sant'Emidio - Festività religiose, in programma ad agosto.
• Sagra del Fuoco a Sant'Antonio - Evento religioso che si svolge a gennaio ed è accompagnato dall'accensione dei falò.
PIATTI E PRODOTTI TIPICI
• Struffoli Santandreani - Tipici struffoli realizzati nella variante santandreana.
• Calzoncelli di castagne - Dolci simili a piccoli ravioli, farciti con crema di castagne.
• Caciocavallo Silano DOP - Formaggio semiduro, a pasta filata, prodotto con latte di diverse vacche, tra cui la podalica.
• Caciocavallo irpino di grotta PAT - Formaggio a pasta filata, prodotto con latte proveniente da allevamenti di piccole e medie dimensioni, da bovine in prevalenza di razza bruna, stagionato tradizionalmente in grotta.
CAPOSELE
Le origini di Caposele non sono molto certe. Il fiume Sele, però, viene nominato in diversi scritti, anche di celebri poeti e scrittori, quali Omero, Virgilio e Plinio.
È noto però che Caposele era, all'inizio dell'XI secolo, territorio del Principato di Salerno, per passare poi al Principato Citra e le prime notizie di un feudo e di un probabile castello risalgono al periodo normanno, probabilmente al 1160, quando Filippo di Balvano (o Bai bano) ne divenne il proprietario.
Prima dominato dagli Svevi, poi dagli Angioini, poi ancora dagli Aragonesi, nel 1416 la regina Giovanna Il di Napoli affidò le entrate del feudo ad Antonio Gesualdo. Con Luigi Il Gesualdo, poi, il paese raggiunse grande prosperità, tanto che nel 1494 Caposele ottenne il titolo di Universitas, cioè di comune autonomo in grado di eleggere liberamente un sindaco per alzata di mano dei suoi abitanti e di amministrare la giustizia.
Il feudo passò, nel XVII secolo, ai Ludovisio, che l'acquistarono e rivendettero più di una volta e si ricorda che nel 1714 fu nominato principe della Terra di Caposele lnigo Rota, lo stesso che pose i suoi boschi quando c'era bisogno di legna per costruire la Basilica di Materdomini. Nel XVIII secolo, comunque, Caposele aveva già assunto il caratteristico assetto di paese che conserva ancora oggi.
Il comune di Caposele sorge nell'area della Valle del Sele, alle pendici del monte Paflagone. È un paese di 3.388 abitanti, situato a 405 metri. Il territorio si estende per 41,28 km2 e i comuni confinanti sono: Bagnoli Irpino, Calabritto, Castelnuovo di Conza, Conza della Campania, Laviano, Lioni, Teora e Valva.
L'etimologia del nome sembrerebbe provenire dalla locuzione latina Caput Sylaris, owero "inizio" del "Sele": dalle sorgenti di Piazza Sanità, infatti, si origina il fiume che dà vita all'omonima valle, scorrendo nel territorio di Caposele. Gli abitanti sono detti caposelesi e San Lorenzo è il loro patrono.
LUOGHI DI INTERESSE
• Santuario di San Gerardo Maiella - Sorto nel Medioevo, nel luogo dove vi fu l'apparizione della Madonna (da cui Materdomini, la frazione in cui è ubicato), l'imponente edificio religioso richiama migliaia di pellegrini all'anno.
• Museo Gerardino - Museo che accoglie il patrimonio artistico e culturale del Santuario: lettere del Santo, arredi liturgici e opere artistiche di vario genere.
• Sala dei Fiocchi - Un luogo pieno di meravigliosi doni che i genitori offrono a san Gerardo, a partire dalle migliaia di fiocchi colorati.
• Sorgenti del Sele - Sorgenti che rappresentano il punto di inizio dell'Acquedotto Pugliese, che, dall'Irpinia, giunge fino in Salento, attraversando l'intero Tavoliere.
• Museo delle Acque - Museo in cui sono esposte testimonianze dell'importante storia dell'Acquedotto Pugliese.
• Chiesa di Santa Maria della Sanità - Edificata del XIX secolo, adiacente alle sorgenti del Sele, custodisce al suo interno un affresco della Madonna della Sanità risalente al 1200; una delle particolarità di questa Chiesa è che edificio religioso e campanile distano 300 metri.
• Museo delle Macchine di Leonardo - Museo espositivo delle invenzioni di Leonardo con riproduzioni in scala.
• Chiesa di San Lorenzo Martire - Nota anche come "Tempio Artistico", è la chiesa madre, collocata nel centro storico di Caposele.
• Parco Fluviale - Area protetta e dedicata al fiume Sele nella quale, grazie a una serie di sentieri, pedonali e ciclabili, si possono fare rilassanti passeggiate ma anche effettuare delle escursioni.
• Sentiero delle 7 Fontane - Sentiero storico che tocca 7 fontane nel comune ricco di sorgenti.
• Ciclovia dell'Acqua - Percorso cicloturistico che parte da Caposele e arriva a Santa Maria di Leuca (LE).
• Altri sentieri di montagna - Sentiero dell'Aria della Preda (20km D+800m); Sentiero della fede e dell'Acqua (5km D+300m); Sentiero della "pustedda" (7km D+400m); Sentiero del Bosco Difesa e dei Castagni (6km D+300m); Sentiero del Calvello di Caposele (16km D+ 1160); Sentiero sulla cima del Paflagone (12km D+650m); Sentiero di San Gerardo.
• Altro - Biblioteca Domenico Capone, Tempio Artistico di San Lorenzo, Zone Saure (zona delle antiche cantine), Ruderi del Castello Angioino, Palazzo Cozzarelli, Croce dell'Angelo, Cappella dell'Angelo, Murales di Guido Palmadessa e Mohamed Lghacham, ruderi di vecchi mulini e gualchiere ad acqua.
EVENTI
• Festività di San Gerardo - Tradizione che si rinnova annualmente in due diversi momenti: la Grande Festa, in programma nella prima domenica di settembre; e la Solennità, che si tiene il 16 ottobre, giorno di ricorrenza del Santo.
• Sagra delle Matasse - Appuntamento enogastronomico tra i più longevi d'Irpinia, ripropone una tradizione della cucina caposelese.
• Festa della Musica Europea -Imperdibile appuntamento che, in occasione del solstizio d'estate, ha trasformato Caposele nella capitale regionale della musica, valorizzando espressioni musicali e risorse naturalistiche del territorio.
• Un Albero per Tutti - Accensione dell'albero di Natale più alto d'Europa con mercatini natalizi con lo scopo benefico di raccogliere fondi per la ricerca contro il cancro. • Jazz&Wine - Appuntamento annuale che mira a celebrare la splendida unione tra buona musica e prodotti enogastronomici tipici della tradizione.
• Giornata dell'Ammalato - Evento di carattere religioso che si tiene il 25 aprile.
• Giornata delle Mamme e dei Bambini - Evento che si tiene l'ultima domenica di maggio, in cui vengono benedette sia le mamme che i loro figli.
• Festa di San Lorenzo Martire - Festa in onore del Santo Patrono con musica e stand enogastronomici durante l'ultima domenica di agosto.
• Falò di Sant'Antonio - Ricorrenza tradizionale che si tiene il 13 giugno.
• Fiera di Santa Lucia - Notevole ingrandimento del mercato del paese che awiene il 3 maggio di ogni anno, sino a riempire tutte le strade.
• Giornata del tuo Santo e delle Associazioni Gerardine - Evento religioso che si tiene il 2 giugno.
• Solenne ostensione del Corpo di San Gerardo - Evento religioso che si svolge a partire dal secondo venerdì di dicembre.
PIATTI E PRODOTTI TIPICI
• Matasse di Caposele PAT - Lungo groviglio di pasta fatta a mano, solitamente condito con ceci o fagioli.
• Amaretto di Caposele PAT - Tipico biscotto di tradizione casalinga, a base di nocciole.
• Muffletto di Caposele PAT - Pagnotta peculiare, simile al pane, ma realizzata con l'impasto della pizza.
• Minestra e Pizza - Misto di verdure selvatiche e di ortaggi come cicoria, cavoli, finocchi selvatici, in abbinamento con la pizza di granturco (granuriniu).
• Patate Sfruculiate - Piatto invernale a base di patate.
• Fico di San Mango PAT - Frutto tipico della zona, dalla polpa succosa e dal sapore caratteristico.
• Caciocavallo Silano DOP - Formaggio semiduro, a pasta filata, prodotto con latte di diverse vacche, tra cui la podalica.
TORELLA DEI LOMBARDI
Le prime notizie riguardanti Torella dei Lombardi risalgono al 1151 e sono testimoniate da un documento che parla dell'esistenza del castello come pagus romano.
In seguito alla caduta di Conza, a opera di Roberto il Guiscardo, il feudo fu conquistato dai Normanni, ai quali seguirono gli Svevi, gli Angoini e gli Aragonesi. Dopo un lungo periodo di appartenenza alla famiglia Saraceno, nel XVI secolo Torella passò nelle mani della famiglia Caracciolo, i cui membri, nel 1638, ottennero il titolo di principi di Candriano.
Con l'avvenuta Unità d'Italia, Torella acquisì la specifica "dei Lombardi", al fine di distinguersi dall'omonima località in provincia di Campobasso, oggi denominata Torella del Sannio.
Il comune di Torella dei Lombardi sorge nell'area dell'Alta Irpinia. È un paese di 2.051 abitanti, situato a 666 metri sul livello del mare. Il territorio si estende per 26,57 km2 e i comuni confinanti sono: Castelfranci, Nusco, Paternopoli, Sant'Angelo dei Lombardi e Villamaina. Le sue sorgenti contribuiscono alla nascita del grande fiume Ofanto.
L'etimologia del nome risale al periodo della contesa tra i principati longobardi di Benevento e di Salerno, intorno all'anno 850, quando, a difesa del confine del principato di Salerno, venne costruito un fortilizio che, per la sua modesta mole, venne chiamato Turrella, da cui deriva l'odierno toponimo. Gli abitanti sono detti torellesi e Sant'Eustachio Martire è il loro patrono.
LUOGHI DI INTERESSE
Castello Ruspoli-Candriano - Edificato nel IX secolo e sapientemente ristrutturato, è oggi sede del Municipio e ospita un museo, un ristorante, la Pro Loco e una mostra dedicata a Sergio Leone.
• Torre Normanna di Girifalco - Situata sull'omonima collina, in un bosco di cerri secolari, spicca per la sua forma quadrangolare con mura spesse; edificata nel Xli secolo, presenta le caratteristiche tipiche dell'architettura militare normanna.
• Museo Civico Turella Parva Turris - Nato con l'intento di accogliere i manufatti rinvenuti nel corso delle indagini archeologiche nel Castello, si è progressivamente ampliato e offre oggi un'esauriente campionatura rispetto ai 30.000 reperti rinvenuti.
• Fontana Monumentale - Situata nella zona bassa del paese, venne realizzata verso la metà del XIX secolo, onde erogare ai torellesi l'acqua delle tante sorgenti limitrofe.
• Chiesa di Santa Maria del Popolo - Chiesa nuova, edificata in un luogo diverso da quello originario: conserva, della struttura antica, il portale, alcune lapidi e basi della vecchia torre campanaria.
• Altre Chiese - Chiesa S. Anna, Chiesa S. Antonio, Chiesa S. Maria del Carmine, Chiesa S. Maria del Perillo, Chiesa S. Vito, Chiesa SS. Giovanni e Paolo.
EVENTI
• Sapori Antichi - Evento enogastronomico che si tiene in estate e rappresenta una contaminazione culturale tra i sapori irpini e gli scenari western in ricordo di Sergio Leone.
• Falò di Sant'Antonio - Evento popolare che si rinnova ogni 17 gennaio, con l'accensione dei tradizionali falò.
• Festa di Sant'Eustachio Martire - Celebrazioni religiose in onore del Santo Patrono, in programma nel mese di settembre.
PIATTI E PRODOTTI TIPICI
• Irpinia Colline dell'Ufita DOP - Olio extravergine di oliva derivante in gran parte dalla varietà Ravece, caratterizzato da un piacevole gusto amaro e piccante.
• Ricotta di Carmasciano PAT - Bianca, di consistenza soffice e cremosa, ottenuta dal siero residuo della lavorazione dell'omonimo pecorino, molto pregiato.
• Salumi - Grande tradizione quella dei salumi torellesi con la produzione di: soppressata irpina, capicollo, pancetta tesa, pancetta arrotolata.
• Caciocavallo Silano DOP - Formaggio semiduro, a pasta filata, prodotto con latte di diverse vacche, tra cui la podalica.
• Caciocavallo irpino di grotta PAT - Formaggio a pasta filata, prodotto con latte proveniente da allevamenti di piccole e medie dimensioni, da bovine in prevalenza di razza bruna, stagionato tradizionalmente in grotta.
LE FINALIATÀ DEL DISTRETTO
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